MOVIMENTI CULTURALI A SIENA
Parliamo anche di movimenti in chiave per una volta positiva. La notizia delle prossime settimana sarà la nuova sede della galleria Fuori Campo, che si sposta restando sempre nel cuore della città. La notizia di questi giorni invece è ad esempio la nascita di nuove associazioni che, animate dello spirito civico che si respira nel Buon Governo del Lorenzetti, cercano di tenere a galla la reputazione culturale della città. Un caso è quello della non profit Officina Parnaso nata a Siena da sette fondatori circa tre anni fa con l’idea di realizzare produzioni artistiche all’insegna di una militanza culturale attiva per compensare la mancanza di competenze professionali relative alle arti. “Alla fine è anche un po’ di egoismo da parte nostra” spiega Antonio Jannaccone “perché con Officina Parnaso stiamo cercando di trasformare la città in un luogo più idoneo dove vivere noi e dove crescere dei figli”.
LE ATTIVITA’ DI OFFICINA PARNASO A SIENA
Ma cosa ha fatto Officina Parnaso in questi complicati anni in cui si è trovata ad operare? Progetti su Instagram per rispondere al periodo pandemico; un’iniziativa chiamata “Taxi 27” che era una riflessione un po’ polemica sugli spazi che Siena è disposta a concedere all’arte. E poi c’è questa nuova mostra in via di lancio a partire dal 20 febbraio, sempre nel filone del progetto Metamorfosi con cui sono iniziate le attività. Il progetto Metamorfosi consisteva nell’occupazione con una mostra site specific di un sushi bar di Siena chiuso per colpa del Covid. L’opportunità però viene meno all’ultimo minuto perché il ristorante riprende la sua regolare attività, il proprietario dell’esercizio commerciale però rilancia: al posto del suo ristorante offre un appartamento in pieno centro, solitamente destinato ad accogliere turisti altolocati in un palazzo antico e di pregio. I turisti d’alto bordo scarseggiano e l’appartamento è ampio e libero. L’imprenditore si chiama Emilio Giorgi (di una storica famiglia di commercianti di design) e il palazzo è Palazzo Giorgi.
NASCERÀ LA FONDAZIONE GIORGI?
Già nella struttura ricettiva di Palazzo Giorgi si era testato di realizzare delle mostre (curate dall’artista Claudio Maccari) e ora con la collaborazione con Officina Parnaso si punta a crescere ulteriormente rendendo forse stabile l’attività culturale e magari dando robustezza all’iniziativa con la creazione di una fondazione che, onestamente, non guasterebbe visto il momento non felice in città e viste le caratteristiche dello spazio con un affaccio da lasciare sbalorditi su Piazza del Campo. Insomma non si sa cosa augurarsi: che il turismo tardi a tornare così lo spazio resterà sfitto e potrà trasformarsi definitivamente in fondazione d’arte o che i visitatori, specie quelli altospendenti, tornino a portare benefici alle casse private e pubbliche. Nell’attesa di sciogliere il dilemma, la mostra: si tratta dell’esposizione di Gyotaku Levante (al secolo Elena Di Capita, trentasettenne ligure di Chiavari). 10 opere in dialogo con una xilografia giapponese, tutte con la celebre tecnica ottocentesca giapponese (il gyotaky appunto) utilizzata per realizzare stampe di pesci. Una riflessione sullo stato di salute della natura. E però anche della cultura…